C’è una svolta a dir poco significativa per quanto riguarda le pensioni anticipate: la sentenza cambia tutto ed andiamo a vedere le ultime notizie a riguardo.
La pensione è un argomento sempre molto sensibile in Italia, dal momento che sono molte le persone che sono coinvolte. O in qualità di percettori di questo strumento o perché aspettano di ottenere i requisiti per poterlo avere. I temi sono sostanzialmente due a riguardo: da una parte, infatti, coloro che lo percepiscono lamentano gli importi troppo bassi e che non reggono botta davanti all’inflazione. Dall’altra i giovani la vedono come una sorta di chimera.
La pensione anticipata, o APE, è uno strumento molto gettonato, ma ovviamente servono dei requisiti molto specifici per potervi accedere. In primo luogo bisogna avere non meno di 63,5 anni di età e poi aver maturato, nella propria vita, almeno 30 anni di contributi effettivi. In tal senso, con la sentenza n. 24916 arriva una svolta non di poco conto. Andiamo a vedere in che cosa consiste e di che cosa si tratta, augurando a tutti quanti una buona lettura.
La sentenza in questione è arrivata il 17 settembre del corrente anno. La Cassazione ha contestato la necessità di totalizzare 35 anni di contributi effettivi per accedere alla pensione anticipata. Allo stato attuale delle cose, infatti, la legge prevede che per gli uomini la soglia da raggiungere è fissata a 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre le donne devono avere 41 anni e 10 mesi. In tal senso, però, in questo discorso hanno un peso specifico enorme anche i contributi figurativi, vale a dire quelli legati a malattia o NASPI. Adesso però arriva una svolta.
Secondo la sentenza n. 24916, da questo momento in avanti anche i contributi figurativi dovranno essere computati e considerati, di conseguenza, validi ai fini del conseguimento di questo diritto. Il motivo è presto spiegato. Per il pensionamento anticipato, infatti, servono già allo stato attuale delle cose tanti contributi rispetto agli anni di vita, per così dire, e di conseguenza, si ritiene troppo restrittiva la disposizione in materia che è stata fatta da INPS.
Dopo questa sentenza arrivano delle modifiche dal punto di vista legislativo per adeguarsi a questa nuova lettura della norma in questione. Si tratta, infatti, di un precedente legislativo a dir poco importante, sulla base del quale molte persone potranno fare ricorso in relazione a delle domande di pensionamento anticipato che sono state respinte negli anni. Si attendono sviluppi ed è una situazione che muterà in maniera costante nei prossimi mesi. Non ci resta altro da fare che attendere.
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