Assegno unico, è confermato: grossa novità per il 2025. È una buona notizia

L’Assegno Unico Universale è stato confermato anche per il prossimo anno dal Governo con l’introduzione di alcune novità: cosa accadrà alla misura.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, nella serata di martedì 15 ottobre, ha approvato il testo della Legge di Bilancio 2025. Tra i vari interventi inseriti nella Manovra, la conferma dell’Assegno Unico Universale, il contributo destinato alle famiglie con figli a carico.

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Assegno Unico, le novità per il 2025 (Lavocetorino.it)

Come aveva anticipato l’esecutivo, la misura, dunque, non è stata cancellata, ma ha subito delle modifiche che potrebbero comportare un aumento dell’importo del contributo economico, ma non solo: gli effetti della novità introdotta potrebbero permettere alle famiglie di richiedere ulteriori bonus. Vediamo quali sono le variazioni previste nel testo della Manovra che ora passerà al Parlamento per l’approvazione definitiva.

Assegno Unico Universale, confermata la misura dal Governo: le novità per il 2025

Novità per l’Assegno Unico Universale che è stato confermato anche per il 2025. La misura, rivolta alle famiglie con figli a carico sino a 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili, è stata inserita nella nuova Manovra, approvata martedì sera dal Consiglio dei Ministri smentendo le voci su una possibile cancellazione che circolavano da qualche settimana.

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Assegno Unico, cosa cambierà nel 2025 (Foto da Ansa) – Lavocetorino.it

Nel testo, che ora passerà al vaglio del Parlamento per eventuali modifiche e l’approvazione definitiva che dovrà arrivare entro il 31 dicembre 2024, è prevista l’esclusione dal computo dell’Isee degli importi relativi proprio all’Assegno Unico. Cosa vuole dire tutto questo? Le somme ricevute dalla platea dei beneficiari, sino ad ora, andavano ad incidere sull’Isee aumentando inevitabilmente la soglia del totale dell’attestazione, con il rischio per alcuni nuclei familiari di rimanere fuori da altri bonus o sostegni economici legati all’Isee.

Eliminando dal computo l’Assegno Unico si otterrebbe, dunque, un doppio effetto: da una parte aumenterebbero gli importi della stessa misura, compresi quelli delle maggiorazioni previste in alcuni casi, dall’altra si avrebbe la possibilità di accedere ad altri bonus concessi e calcolati in basse all’Isee, come quello introdotto dall’esecutivo per supportare la frequenza di asili nido.

Ad oggi, il contributo può variare da un importo minimo di 57 euro per ciascun figlio, per le famiglie che non presentano l’Isee o per quelle che hanno una soglia superiore ai 45.574,96 euro, ad un massimo di 199,40 euro per i nuclei familiari con Isee inferiore a 17.090,61 euro. A questi importi si aggiungono, se in possesso di determinati requisiti, delle maggiorazioni che, in alcuni casi, sono calcolate anch’esse in base all’Isee presentato in sede di domanda.

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