Stanno arrivando queste lettere dell’Agenzia delle Entrate: è panico, chi riguarda

Agenzia delle Entrate, in arrivo delle comunicazioni particolari. Che cosa devo attendersi i contribuenti coinvolti.

L’arrivo di comunicazioni via lettera da parte dell’Agenzia delle Entrate può senza dubbio, generare preoccupazioni e un po’ di ansia ai destinatari. La famigerata raccomandata in busta verde indicava per il cittadino coinvolto una convocazione per una causa civile o penale, ma nelle maggior parte dei casi l’esistenza di un avviso di pagamento dell’erario.

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lettere del Fisco, chi riguardano – lavocetorino.it

C’è da dire che non necessariamente le comunicazioni fiscali arrivano in questa modalità, né che debbano contenere notizie inerenti cartelle esattoriali, le notizie potrebbero essere meno preoccupanti. In questo periodo si segnala l’arrivo di numerose missive dell’Agenzia delle Entrate. Cerchiamo di scoprire di che cosa si tratta e quali sono i contribuenti interessati.

Le comunicazioni in arrivo dall’Agenzia delle Entrate

In effetti queste lettere riguardano imposte arretrate da pagare e sono indirizzate in massima parte a dipendenti pubblici che hanno ricevuto il trattamento di fine servizio (TFS), il trattamento di fine rapporto (TFR) o retribuzioni arretrate. C’è da aggiungere che i dipendenti che ricevono TFS o TFR hanno l’importo decurtato del 23 per cento come ritenuta d’acconto.

Purtroppo questo acconto potrebbe non essere sufficiente per coprire le imposte dovute. Questo perché per questi arretrati il conguaglio fiscale non è dovuto al sostituto d’imposta (il datore di lavoro), ma direttamente all’Agenzia delle Entrate. Ma cosa si intende per arretrati? In questo caso sono le retribuzioni degli anni precedenti che non formano l’imponibile della Certificazione unica (CU).

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Comunicazione dall’Agenzia delle Entrate, tasse da versare – lavocetorino.it

Queste cifre sono inserite a parte nella CU e sottoposte a una tassazione separata rispetto alla retribuzione normale. Per gli arretrati corrisposti non nell’anno di riferimento, come TFS e TFR, si paga un’aliquota media che per i dipendenti pubblici è pari alla media delle imposte dovute negli ultimi due anni. Se l’imposta media da versare risulta superiore al 23 per cento, bisogna pagare la differenza tra imposta media e ritenuta d’acconto.

Questo è quello che sta capitando ad alcuni contribuenti. Bisogna aggiungere comunque che in casi del genere non sono dovuti né sanzioni, né interessi aggiuntivi in quanto il ricalcolo dell’imposta di conguaglio spetta proprio all’agenzia delle Entrate. Inoltre ricordiamo che è possibile rateizzare, fino a 8 rate, l’importo dovuto.

Per finire una precisazione. I precari della scuola non riceveranno questa comunicazione per il fatto che il loro reddito è troppo basso. In genere i loro TFR arrivano a circa 1.000 euro e quindi è difficile che la differenza tra ritenuta d’acconto e imposta media, raggiunga la soglia minima per un pagamento.

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