Invasione delle cimici asiatiche in Italia, non tutti sono a conoscenza di questo aspetto inquietante: ecco che cosa sta succedendo.
Come ogni anno ad ottobre le cimici tendono ad invadere le nostre case. Lo sanno bene soprattutto coloro che vivono immersi nel verde. Recentemente però, oltre alla classica cimice verde a cui tutti noi siamo abituati (Nezara viridula e Palomena prasina), ha fatto il suo ingresso in Italia anche la cosiddetta cimice asiatica o marmorizzata. Una specie molto problematica che sta causando seri danni sotto vari punti di vista.
Ma come è arrivata nel nostro Paese questa specie invasiva? Quali sono i pericoli connessi alla sua presenza? Non tutti sono a conoscenza di questo aspetto particolarmente inquietante del fenomeno. Ecco che cosa sappiamo ad oggi e come dobbiamo comportarci.
Le cimici asiatiche invadono l’Italia: l’aspetto inquietante che in pochi conoscono
Le cimici asiatiche (Halyomorpha halys), conosciute anche come cimici marmorizzate o marmorate per via del colore bruno con macchie più o meno scure, sono una specie aliena invasiva tra le più problematiche in Italia. Questo insetto, appartenente all’ordine degli emitteri e alla famiglia dei pentatomidi, è originario di alcuni Paesi dell’Asia orientale tra cui Cina e Giappone ed è giunto in Occidente a partire dalla fine degli anni ’90, attraverso il trasporto delle merci.
Secondo gli esperti, la cimice asiatica sarebbe comparsa intorno al 2004 in Svizzera e nel Liechtenstein e sarebbe poi giunta in Italia più o meno nel 2012, quando i primi esemplari sono stati rivenuti nella provincia di Modena. Nel giro di pochi anni, questo insetto si è diffuso a macchia d’olio in tutto il Paese, a causa dell’estrema prolificità delle femmine e dell’assenza sul territorio di predatori naturali. In più i cambiamenti climatici ne hanno favorito l’adattabilità. In questo modo, la cimice asiatica è arrivata a rappresentare un serio problema pe l’agricoltura italiana.
Essa, infatti, è una specie fitofaga. Cioè si nutre di piante. Motivo per cui sta danneggiando seriamente diverse coltivazioni di interesse commerciale. In particolare, le colture arboree di frutta (pesche, pere, mele, nocciole, ciliegie, lamponi) e gli ortaggi (pomodori, cetrioli, peperoni). In termini economici la cimice asiatica starebbe dunque causando ingenti danni. Secondo la Coldiretti, solo nel 2019 avrebbe determinato danni per oltre 740 milioni di euro, avendo distrutto oltre 300.000 tonnellate di frutta.
Nel mese di ottobre le cimici asiatiche tendono a cercare riparo contro il freddo incombente, per questo motivo ci ritroviamo le case letteralmente invase da questo esemplare. C’è poi un aspetto particolarmente inquietante connesso a questa specie. Se schiacciate anche accidentalmente le cimici asiatiche emanano un odore a dir poco nauseabondo e, peggio ancora, sono resistenti ai prodotti fitosanitari. Pertanto, non sono facili da tenere alla larga. Se non si trova una soluzione efficace, in futuro potrebbero diventare ancor più pericolose.