Tragedia di Superga, le novità riguardo questo caso che sconvolse l’Italia dell’epoca. Le cause del grave incidente.
Uno dei luoghi simbolo della città sabauda è la basilica di Superga. Questa sorge sull’omonimo colle a oltre 670 metri sul livello del mare, a nord est di Torino. La costruzione risale al XVIII secolo e a deciderla fu il re Vittorio Amedeo II, in occasione della vittoria contro le truppe francesi di Luigi XIV che assediavano Torino.
La chiesa divenne in quel modo una delle principali attrattive della città per la sua posizione che domina il capoluogo piemontese e per l’importanza che assunse nella sua storia. Non a caso di recente è stato deciso un sostanzioso finanziamento per il rilancio del suo ruolo sociale e culturale, partendo da nuovi lavori di restauro dell’intero complesso monumentale.
Superga, la nuova ipotesi sull’incidente
Ma la basilica è collegata anche a un altro tragico avvenimento che convolse la città e il Paese intero nel maggio del 1949. L’Italia era appena uscita da una guerra spaventosa e distruttiva che aveva determinato un numero altissimo di vittime e danni incalcolabili. Il desiderio di riprendersi e di voltare completamente pagina era molto forte.
Anche lo sport partecipava a questo sforzo collettivo. Simbolo di questa ripresa era il Torino calcio, una squadra considerata all’epoca fortissima. Il team era composto da giocatori che formavano quasi per intero la nazionale italiana e vincitrice di 5 scudetti a partire dal campionato 1942/43, di cui gli ultimi 4 consecutivi dopo la sospensione per la guerra. Il Grande Torino rappresentava nel calcio la volontà dell’intero paese di tagliare i ponti con il passato e guardare al futuro.
Le cronache dell’epoca la descriva come una squadra meravigliosa composta da giocatori fortissimi dal portiere Bacigalupo al capitano Valentino Mazzola, da Voik a Gabetto solo per citarne alcuni. Sembrava una squadra destinata a dominare ancora a lungo il campionato italiano. Ma il 4 maggio 1949 avvenne una tragedia del tutto inattesa. Un aereo Fiat G212 si schiantava contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica.
Non ci furono superstiti. A bordo c’era l’intera squadra del Torino, reduce da una partita amichevole in Portogallo, i dirigenti del club e diversi giornalisti, oltre ai membri dell’equipaggio. Come detto un dramma non solo per la città e il calcio, ma per tutto il Paese. I periti attribuirono le cause dell’incidente alle pessime condizioni meteorologiche. In particolare alla scarsa visibilità e al vento che spostò il sentiero di discesa dell’areo verso la collina e quindi verso il suo tragico destino.
Ora una nuova ipotesi sulle cause fa emergere la possibilità che l’altimetro di bordo fosse guasto e bloccato sui 2.000 metri. Ciò avrebbe spinto erroneamente il pilota a ritenere di essere ad alta quota, invece che ai fatali 600 metri dal suolo. L’ipotesi dell’altimetro guasto spiegherebbe anche la mancanza di tentativi di virata prima dell’impatto.
Dopo quasi un secolo, si parla ancora di Superga perché non fu solo un tragico fatto di cronaca, ma un episodio che segnò il costume e la memoria collettiva del Paese, creando un mito che vive tuttora, quello del Grande Torino.