Il museo a cielo aperto è il posto più spettacolare di Torino: guardati bene intorno per un’esperienza unica

A Torino c’è un museo a cielo aperto; un intero quartiere con oltre 200 opere che sono diventate una delle attrattive più belle e magiche della città.

La street art usata come per riqualificare interi quartieri non è certo una novità, quello che è davvero innovativo però è che a Torino questa pratica è diventato un vero e proprio museo a cielo aperto con tanto si Associazione autonoma.

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A Torino si trova il MAU un vero e proprio museo a cielo aperto -lavocetorino.it

Siamo abituati, per il nostro Paese soprattutto, a parlare di museo a cielo aperto; l’architettura e le opere che spesso si possono ammirare camminando per le strade di Roma come di Napoli, Palermo e Firenze ne sono un chiarissimo esempio, ma dagli anni Duemila i musei a cielo aperto sono molto di più.

Questo perché a cambiare è stato soprattutto il preconcetto nei confronti della street art, non più considerata come imbrattamuri, ma come vera e propria arte in grado di dare nuovo volto a palazzi e strutture, avviando quel processo di riqualifica urbana che spesso si rende necessari in alcune zone cittadine.

Questo è quanto è successo a Torino dove da anni ormai è stato istituito il MAU -Museo di Arte Urbana. Un vero e proprio museo a cielo aperto che permette di attraversare un intero quartiere del capoluogo ammirando 200 opere d’arte che, in maniera, permanente sono state realizzate sulle facciate di case e negozi.

Visita a Torino, il MAU è un’esperienza da non perdere

E allora ecco che a Torino oltre alla Mole, il museo del Cinema e il Palazzo Reale non può mancare una visita al MAU che, tra l’altro, è del tutto gratuita. Un intero quartiere in cui gli angoli delle strade sono da ammirare con attenzione perché ogni opera è peculiare e nasconde un proprio significato, proprio come quelle più “classiche” che si possono trovare in un museo qualsiasi.

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Una delle opere del MAU di Torino (foto Facebood di @mau) -lavocetorino.it

Il quartiere in questione è Borgo Campidoglio, quartiere operaio di fine Ottocento che si trova tra i Corsi Svizzera, Appio Claudio e Tassoni, le vie Fabrizi e Cibrario, non molto lontano dal centro cittadino.

Si tratta di un piccolo angolo di città che si è salvata dallo sventramento del Piano Regolatore del 1959 e che a partire dal 1991 ha cominciato a vivere questo progetto di riqualifica che porta pochi anni dopo alla realizzazione delle prime 11 opere. Da allora la produzione di opere si allargata sempre di più per raggiungere la cifra tonda dei 200.

Nel 2008 poi il MAU, che nel frattempo si era costituito come associazione autonoma, è stato inserito nella Carta dei Musei della regione Piemonte. Tra i progetti più recenti si citano le panchine di autore, progetto volto ad allargare l’arte urbana, e che si ispira ai protagonisti dell’arte del Novecento. Le panchine si possono ammirare a Piazza Moncenisio.

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