Debiti condominiali, come funziona la prescrizione e dopo quanti anni l’amministratore non può più richiedere le somme dovute?
La prescrizione avviene in automatico e non è necessario un intervento esterno per confermarla. Essa consiste nell’estinzione di un diritto per il suo esercizio mancato in un periodo di tempo prolungato. I termini possono variare, ma se entro questo periodo non il diritto non si esercita, questo decade.
Questo principio vale per tutti i crediti per esempio per un abbonamento alla televisione o una sanzione amministrativa da versare. Il creditore ha un periodo di tempo specifico per richiedere il pagamento della somma dovuta, altrimenti il credito va in prescrizione. Anche le rate delle spese condominiali sono sottoposte a questa regola, ma quanto tempo occorre prima che vadano prescritte?
Prima di affrontare questo tema, va ricordato che il periodo previsto per la prescrizione si interrompe tutte le volte che si esercita il proprio diritto e decorre nuovamente da capo. Per esempio con la richiesta di pagamento di una bolletta tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
Stesso effetto hanno i comportamenti del debitore, se quest’ultimo in qualche modo riconosce l’esistenza di un debito. Per esempio una lettera inviata dal debitore al titolare del credito per richiedere la rateizzazione della cifra dovuta. Si tratta di un‘ammissione di debito che interrompe e azzera il periodo della prescrizione.
Questi ragionamenti valgono anche per le spese relative al condominio, a partire dalle quote condominiali. Queste sono le quote fisse che i condomini devono versare all’amministratore dello stabile per coprire le spese ordinarie del condominio. Gli obblighi di pagamento con cadenza periodica si prescrivono dopo 5 anni e ciò vale anche per le spese condominiali ordinarie, compresi i conguagli.
La prescrizione parte dall’approvazione dell’ultimo bilancio e della ripartizione delle quote. Se non arrivano avvisi di pagamento, ingiunzioni o una nuova ripartizione delle spese, il debito non è più dovuto dopo 5 anni. Occorre fare attenzione, perché un amministratore è obbligato per legge ad agire per vie legali contro i condomini insolventi.
Quindi potrebbero esserci diffide di pagamento che, anche se non ritirate, interrompono la prescrizione. Particolare attenzione alle spese straordinarie di un condominio, per esempio quelle relative al riparazione del tetto dopo un evento meteorologico disastroso. In questa situazione, le spese straordinarie si prescrivono dopo 10 anni. Comunque l’amministratore che mette a bilancio le spese non riscosse, interrompe la prescrizione per le spese ordinarie e straordinarie.
Se le spese condominiali sono a carico dell’inquilino e si aggiungono al canone di locazione come oneri accessori, si estinguono dopo 2 anni. Ma se il locatore invia una richieste formale di pagamento all’inquilino, la prescrizione si interrompe. Bisogna ricordare che il mancato pagamento delle spese condominiali da parte dell’inquilino può dare il via al procedimento di sfratto per morosità.
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