Sfratto per morosità: dopo quanti mesi arretrati il proprietario di casa può richiederlo? Cosa dice la Legge e quali sono i consigli dell’avvocato.
Avere un immobile da mettere in affitto è senza dubbi una risorsa preziosa, in quanto permette di avere un’entrata extra fissa ogni mese che può aiutarci a coprire diverse spese o ad incrementare i propri risparmi. Il problema, però, è quando l’inquilino comincia a non pagare più il canone mensile.
Sebbene alla base della locazione del bene vi sia un contratto che stabilisce l’importo del canone, la data di pagamento ed altre importanti condizioni che regolano il rapporto fra locatore e locatario, può capitare che una delle due parti venga meno agli accordi presi e che in particolare l’inquilino resti indietro con l’affitto.
Che cosa si può fare in questi casi? Dopo quanto tempo il proprietario di casa può procedere per vie legali e chiedere lo sfratto per morosità?
Nonostante alla base della locazione di un immobile vi sia sempre un contratto che regola i rapporti fra proprietario ed inquilino, molto più spesso di quanto si possa pensare può capitare che una delle due parti venga meno agli accordi presi. Ma che cosa succede nello specifico quando il locatario non paga più il canone d’affitto?
Il locatore può rivolgersi ad un avvocato di fiducia per intraprendere vie legali nei confronti del proprio affittuario e richiedere lo sfratto per morosità. In genere la procedura presso il Tribunale è piuttosto rapida (si conclude in poche settimane e in un’unica udienza). Tuttavia, possono trascorrere alcuni mesi prima della riconsegna effettiva del bene.
Un aspetto che il proprietario non dovrebbe mai sottovalutare perché in questo arco temporale andranno ad aumentare le sue perdite. A tal proposito, la Legge stabilisce che il bene venga liberato entro 6 mesi dalla convalida dello sfratto ed entro 12 mesi in casi eccezionali.
Come abbiamo anticipato, il locatore dovrà pertanto considerare, oltre ai canoni già persi, anche quelli che potrebbe perdere nei mesi successivi in cui aspetterà che l’inquilino liberi l’immobile. Per questo motivo, è consigliato non aspettare che l’inquilino maturi troppi arretrati, ma al contrario agire già quando non vengono versate due mensilità. La legge nello specifico consente di chiedere lo sfratto per morosità anche dopo solo un canone non pagato, decorsi 20 giorni dalla scadenza.
Certamente il primo canone saltato potrebbe essere una semplice dimenticanza, ma dovrebbe allo stesso tempo far scattare subito un campanello d’allarme nella mente del proprietario. Una volta contattato il proprio avvocato di fiducia, quest’ultimo potrà provvedere ad inviare una diffida e proporre al conduttore un piano di rientro rateizzato. Solo successivamente, nel caso in cui non si trovi un accordo con l’inquilino, l’avvocato potrà proporre la notifica dello sfratto.
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