Solo per questi motivi – previsti dalla legge – l’amministratore di condominio può avere accesso alla nostra abitazione, ecco quali sono.
Lo sappiamo bene: l’amministratore di condominio ha un ruolo importante nella gestione complessiva della proprietà. Naturalmente i suoi poteri non sono illimitati: l’amministratore condominiale è tenuto al rispetto della legge e del regolamento di condominio. Non gli è consentito agire arbitrariamente, a sua piena discrezione.
Lo stesso principio si applica alla possibilità per l’amministratore di condominio di entrare in casa nostra. Questa figura è chiamata ad agire sempre nell’interesse collettivo dei condomini, in conformità alla legge e alle disposizioni contrattuali. Per svolgere le proprie funzioni di gestore e amministratore potrà dunque accedere a vari luoghi all’interno del condominio.
Ad esempio l’amministratore di condominio potrà avere accesso agli spazi comuni e ai locali tecnici, ma anche all’ufficio dell’amministratore e, infine, anche alle unità abitative. Come detto però potrà entrare in casa solo per questi motivi, ben fissati dalla legge, senza assumere in alcun modo iniziative arbitrarie.
Diciamo subito che l’amministratore di condominio non è un pubblico ufficiale. È un privato alla pari degli altri condomini. Pertanto non dispone di alcun potere coercitivo (come quello di un poliziotto o un carabinieri, per intenderci). Questo significa che per entrare in casa nostra l’amministratore avrà bisogno del nostro consenso esplicito o dovrà comunque avere una ragione legittima (prevista dalla legge o dal regolamento di condominio).
Ad ogni modo l’amministratore sarà tenuto al rispetto della privacy e dei diritti dei singoli proprietari: non potrà agire altrimenti che conformandosi alle leggi locali e al regolamento condominiale. L’accesso alle abitazioni dovrà poi essere preceduto da una comunicazione chiara e avere il consenso del proprietario.
Questo a meno che non si tratti di un’emergenza bisognosa di un immediato intervento (come una manutenzione o una riparazione urgente). Oltre alla situazione di evidente necessità, l’accesso dell’amministratore deve essere mosso dalla preservazione del bene comune del condominio (non certo per soddisfare gli interessi di un singolo condomino).
L’amministratore di condominio poi potrà entrare nelle unità abitativa soltanto per verificare i lavori o le modifiche apportate all’interno della casa e unicamente in presenza del proprietario o del legittimo possessore dell’immobile. Se il condomino rifiuta all’amministratore di condominio il legittimo accesso, quest’ultimo può fare ricorso al tribunale.
In questo caso l’amministratore dovrà presentare in maniera pertinente le motivazioni per cui reputa necessario accedere a un’abitazione. Il giudice potrebbe così emettere un provvedimento per autorizzare l’ingresso forzato. A questo punto il condomino sarebbe costretto a consentire l’accesso della propria abitazione all’amministratore di condominio.
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