L’ictus è tra le cause principali di morte in Italia, quindi imparare a fare prevenzione conoscendo i tre sintomi è uno degli strumenti più sicuri per limitarne gli effetti.
Con l’ictus non si scherza affatto ed il motivo è stato già accennato sopra; tale patologia cardiaca è ad oggi la terza causa di morte in Italia. Numerose le persone che perdono la vita per un attacco di ictus ed è per questo motivo che la questione ha sollevato un’evidente emergenza sociale. Situzione traballante a cui la Sanità e quindi il comparto medico cerca di fermare per ridurre nei limiti del possibile gli effetti devastanti.
A tale scopo è utile monitorare e definire i fattori di rischio; i soggetti infatti che vertono nelle tre situazioni che adesso andremo a sviscerare, devono farsi seguire scrupolosamente dal proprio medico. Si è arrivati a questa conclusione dopo numerosi studi fatti negli anni. In particolare suscita molto interesse lo studio globale Interstroke che ha coinvolto 26 mila persone in 32 paesi e quello che è emerso non lascia alcun dubbio. E’ schiacciante: sono queste tre i principali fattori di rischio.
Lo studio Interstroke, condotto dall’università di Galway e della McMaster University in Canada, come accennato sopra ha coinvolto 26.000 persone di 32 paesi, metà delle quali hanno dichiarato di aver già avuto un ictus. Questo studio, pubblicato sulla rivista scientifica neurologica Neurology, è un focus sui tre fattori di rischio che sono: ipertensione, fumo e fibrillazione atriale. Per quanto riguarda l’ipertensione va precisato infatti che la pressione alta ha il 72/74% di probabilità di sviluppare un ictus moderato o grave con un rischio aumentato di 3,2 volte rispetto a chi aveva valori normali.
La fibrillazione atriale è associata ad un rischio di ictus grave 4,7 volte superiore rispetto a chi non ne soffre. Un altro dato importante, sebbene non stupisca, è che il 30% dei casi dei soggetti che hanno avuto l’ictus erano fumatori abituale, un raddoppio del rischio rispetto a chi non lo è.
Quanto anticipato sono fattori importanti da attenzionare non solo perché contribuiscono all’insorgenza dell’ictus ma ne definiscono anche il livello grave. Il segreto sta nella prevenzione quindi controllarsi la pressione, trattare la difibrillazione e procedere alla cessazione del fumo. Solo così si potranno ridurre in maniera molto significativa i rischi.
Questo studio, condotto dalla dottoressa Catriona Reddin ed dal professor Martin O’Donnell, è giunto ad un esito molto importante ma che lascia anche ben sperare. L’ictus purtroppo fa ancora tante vittime ma grazie a questi studi è emerso un barlume di speranza: c’è ancora qualcosa che si può fare. Modificando lo stile di vita e compiendo dei trattamenti mirati la percentuale macabra può essere sensibilmente ridotta.
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